Clicca qui per leggere subito la ricetta della vellutata di cicerchie.
Scaricando le foto di questo post pensavo che avrei bisogno di giornate più lunghe per fare tutto quello che ho in mente. Sono sempre stata così: mi è sempre piaciuto impegnare le giornate, riempire di attività anche le ore di riposo, soprattutto le vacanze estive, e spesso mi ritrovo a giocare a tetris con la mia agenda mentale per cercare di incastrare tutto, sonno incluso.
Ormai sono convinta che il mio problema non sia tanto non riuscire a scegliere tra due attività, quanto il fatto che si debba dormire. Se non fosse necessario per la salute, fisica e mentale, impegnerei anche le ore notturne per fare… Che cosa non importa. La mia fortuna è che puntualmente ogni sera mi viene sonno (anche perchè ho giornate mentalmente stancanti), altrimenti starei sveglia a creare, prendere appunti e perchè no a cucinare. Col tempo ho imparato ad ottimizzare le ore a mia disposizione e ho affinato le mie abilità nel fare più cose contemporaneamente e per ora è sempre andato tutto bene.
Difficilmente riesco a concedermi delle vacanze, o più semplicemente delle giornate libere, ma quando lo faccio è perchè il corpo sta gridando a gran voce che ha bisogno di riposo. La cucina è il mio compromesso tra il riposo e la continua voglia di movimento e alla fine è il posto in cui amo rifugiarmi più spesso.
Quando cucino mi sembra di essere su una nuvola soffice: i gesti si fanno più sciolti, i rumori ovattati, la stanchezza non si fa sentire e ho l’impressione che il tempo sia dilatato. La cucina è l’unico posto in cui sono capace di aspettare che una preparazione sia pronta, per minuti o addirittura ore, senza batter ciglio. Mi piace ripetere i gesti che si facevano un tempo senza cedere alle lusinghe delle scorciatoie, perchè molto spesso è la cucina che scandisce il ritmo ed io mi lascio guidare.
Quando sono passata davanti alle cicerchie, dei legumi molto simili a dei sassolini e uno diverso dall’altro, ho provato subito moltissima simpatia per loro. Ne avevo sentito parlare e sapevo che sono dei legumi antichissimi, la cui coltivazione pare sia nata nell’Antico Egitto. Cercando maggiori informazioni ho scoperto che le cicerchie riescono a crescere in terreni aridi e in condizioni difficili e non ho potuto fare a meno di pensare che la natura sa proteggere autonomamente ciò che le è caro. E’ proprio vero che la natura è un sistema progettato perfettamente e questo non smetterà mai di sorprendermi.
Le cicerchie hanno un sapore delicato che si sposa con molte erbe aromatiche e si possono usare come tutti gli altri legumi: si mettono a bagno almeno 10 prima, cambiando qualche volta l’acqua, e si cuociono in abbondante acqua fino a che non diventano morbide. Ho voluto inaugurare il pacchetto preparando una vellutata: alle cicerchie ho affiancato la salvia e pochi altri ingredienti necessari. Se vi piace potete aggungere uno spicchio d’aglio, ma questa volta l’ho omesso perchè ero alla ricerca di un sapore delicato, quasi fanciullesco. L’essenzialità spesso è la scelta vincente, anche in cucina.
Vellutata di cicerchie
Ingredienti (per 3 persone):
- 150 g di cicerchie secche
- 5-6 foglie di salvia essiccate
- brodo vegetale
- olio evo
- sale e pepe
Procedimento:
La sera prima mettere a mollo le cicerchie cambiando l’acqua un paio di volte. Buttare via l’acqua di ammollo, mettere le cicerchie in una pentola e coprirle con abbondante acqua fredda. Mettere sul fuoco e lasciarle cuocere, dal bollore, per 40 minuti (o il tempo indicato sulla confezione). A fine cottura spegnere il fuoco e lasciarle nella loro acqua fino al momento in cui si usano (altrimenti si indurirebbero).
Scaldare in una pentola ampia due cucchiai di olio, aggiungere le foglie di salvia sbriciolate e le cicerchie scolate e lasciar insaporire. Coprire con brodo vegetale e cuocere a fiamma bassa per una decina di minuti. Tenere qualche cicerchia da parte e frullare il tutto aggiungendo altro brodo se necessario. Regolare di sale e dividere la vellutata nelle ciotoline. Completare con le cicerchie intere messe da parte, una spolverata di pepe e un filo d’olio.
che bella l'immagine della nuvola soffice….tenerissima! E che bella ricetta <3 Un bacio, Virgy
Anche quando fotografo accade questa cosa e penso che tu mi capisca… Un bacio grande a te <3
Bella e delicatissima di sicuro 🙂
Un bacione 🙂
Ohhh è perfetta!!!
Una nuvola soffice io la vedo anche dentro la ciotolina, perfettamente liscia e rilassata… sembra stia dormendo, come ami fare tu! 😉
Sono gatta notturna, lo sai, mi ritaglio spazio di sera per ciò che mi piace fare perchè durante il giorno tutto scappa di mano e qualcosa resta indietro… ma se vedi le mie occhiaie capisci che dovrei mettermi prima il pigiama, ehehe, solo che non ci riesco! 😀
Le riflessioni sulla cucina le sento mie… le scorciatoie è bello prenderle per strada se si è in ritardo o per evitare il traffico, ma tra i fornelli viva il relax! Non è possibile sempre sempre ma giusto fare in modo che succeda spesso…
Ogni tanto serve qualcosa di delicato e dal sapore non troppo "chiassoso" 🙂
Soprattutto quando fa freddo come questi giorni è l'ideale 😉
La sera è il momento migliore per dedicarci a ciò che più amiamo, perchè di giorno spesso ci dobbiamo concentrare sui doveri. Io ad esempio dopo cena cerco di fare il più possibile, anche se il sonno ha la meglio prima di quando vorrei! Le occhiaie mi vengono lo stesso, ma ormai fanno parte di me 😉
Ti accolgo più che volentieri sulla mia nuvoletta e mi immagino già le chiacchiere tra i props e gli ingredienti…
Mi ricordo una canzone, diceva "mi perdonerai, Virginia?". Ti chiedo di perdonarmi, se in questo periodo non sono molto costante e non riesco ad essere qui tanto quanto vorrei.
Il mio grande problema è che tendo a rimandare, all'infinito. Odio stare ferma, fosse per me impiegherei tutto il mio tempo semplicemente a cucinare e poi fotografare e poi ancora cucinare. La notte poi mi riservo lo spazio per il resto, ma il mio corpo, durante il giorno, vorrebbe fare solo quello. Scrivi a Francesca che di giorno purtroppo dobbiamo concentrarci sui doveri, hai ragione, ma purtroppo tendo a scambiare spesso il dovere con il piacere…:-)
Le cicerchie non le ho mai mangiate, ma adoro qualsiasi legume…qui fa freddo e domani nevica, cosa desiderare più di una zuppa calda? 🙂
Marta, tante volte il tempo ci scivola via dalle mani come un filo che lega un palloncino… Vorremmo fare tutto, ma a volte siamo costretti a lasciare qualcosa per strada, soprattutto perchè il tempo da dedicare al piacere non sempre è tanto. Il dovere è ingombrante, lo è sempre, ma alla fine se non ci fosse ci godremmo molto meno i momenti che dedichiamo alle cose che ci piacciono 🙂
Le cicerchie ti piacerebbero e sono sicura che troveresti moltissimi modi per usarle… Con la neve una zuppa è proprio quello che ci vuole!
Comunque quando hai un angolino di tempo, se segui il profumo di tè e biscotti mi trovi ed io ti accolgo volentieri! 😉
Cara Virginia pensa le sul fuoco proprio in questo momento! :-)Questa ricetta ha calore, mi piace e immagino il sapore vellutato squisito!Ultimamente nelle vellutate di ceci io ho imparato ad apprezzare piccoli formati i pasta di grano saraceno: un buon connubio tra il 'velluto' dei ceci e la 'sabiosità' del grano saraceno 🙂 Ad ogni modo zuppe del genere confortano di tutto ciò che non riusciamo a incastrare e che ci scivola via tra le mani 🙂 Ti mando un bacio!
che bontà che bontà,adoro il tuo blog! passa da me se ti va 🙂
http://trasenesci.blogspot.it/
Che bella coincidenza! Non ho mai provato con la pasta di grano saraceno, ma il contrasto deve essere davvero piacevole. Ora che mi viene in mente potrebbero starci bene i chicci di grano saraceno, che dici? Le zuppe hanno un potere magico, per quello ne preparo di continuo 😉
Grazie Federica, passerò a trovarti!