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Sono una grande curiosa e la mia volontà di conoscere ed esplorare interessa naturalmente anche la cucina. Quando viaggio non manco di assaggiare le specialità locali e se vengo a conoscenza di un ristorante etnico della mia città, appena posso vado in avanscoperta. Sono pochi gli alimenti che non mi piacciono e nel corso degli anni ho lavorato su me stessa per apprezzare anche quelli che da bambina non amavo.
Uno degli esempi che mi viene in mente è la polenta: da piccola non la mangiavo e solo dopo qualche anno ho iniziato ad apprezzarla, prima con tanto stracchino e poi anche con un filo d’olio, in semplicità. Oggi trovo che l’aspetto migliore della polenta sia la porzione che avanza e che si mangia fredda, a colazione o a merenda. Quella e la crosticina che si forma sulle pareti del contenitore in cui papà e mamma la versano in sincronia, come vuole la tradizione, sono decisamente le cose che preferisco della polenta. E pensare che non mi piaceva nemmeno!

Come per tutto ci sono le eccezioni e, nel mio caso, si tratta del sushi. Mentalmente ho un blocco nei confronti di carne e pesce crudi e per questo motivo ho sempre guardato il sushi con molta diffidenza. Ho assaggiato entrambi, in tempi recenti, e devo dire in tutta onestà che non sono per nulla convinta. Qualche mese fa però mi è capitato di ordinare un piatto di salmone marinato, lasciando Lui di stucco e un po’ anche me nel momento stesso in cui ho affidato alla cameriera la mia scelta e al cuoco il mio destino con il pesce crudo.
Mi è piaciuto molto, forse anche perchè ero in un periodo in cui mi andava il salmone affumicato che, pur essendo un’altra cosa, nella mia mente è simile a quello marinato. Semplicemente avevo voglia di salmone e forse il mio corpo mi stava facendo capire a modo suo le proprie necessità. Chissà, forse è colpa del riso o dell’accoppiata riso-pesce crudo, ma per il momento il giudizio sul sushi è rinviato a data da destinarsi. Nonostante tutto, sono pronta a cambiare idea e quando mi capiterà di andare in Giappone valuterò se affrontare la mia diffidenza con la speranza di rimanere piacevolmente sorpresa.
Ecco perchè i miei (primi) maki del sushi hanno solo la forma e l’alga! E non solo: sono maki vegani con la quinoa e gli asparagi!
La ricetta
Viste le premesse, il mio sushi non poteva che essere privo di pesce ma non per questo meno interessante. Ho deciso di utilizzare la quinoa al posto del riso per sushi, più saporita e nutriente ma molto meno “appiccicosa”, per cui per far stare insieme i miei maki l’ho condita con della tahina. Il cuore di questi rotolini è fatto di verdure croccanti, nel mio caso asparagi appena saltati (che erano ancora nel pieno della propria stagione, sigh) e carote crude.
Forse poteva starci bene anche del cetriolo, ma sarà per la prossima volta! Come ripieno si può scegliere qualunque cosa, ma a mio avviso bisogna stare attenti a non mettere troppi ingredienti per evitare l’effetto “mappazzone”. Le indicazioni che ho scritto sono per un foglio di alga, ossia 8 pezzi, in modo da ricavare facilmente le dosi a seconda del numero dei commensali.

Maki vegani con quinoa e asparagi
Ingredienti (per 8 pezzi):
- 50 g di quinoa
- un cucchiaio di tahina
- 3-6 asparagi (a seconda delle dimensioni)
- una carota
- un foglio di alga nori
- salsa di soia
- sambal oelek
- sesamo nero per decorare
Procedimento:
Sciacquare molto bene la quinoa sotto l’acqua corrente e cuocerla seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. Scolare la quinoa, versarla in una ciotola e condirla con la tahina. Mescolare e tenere da parte. Lavare gli asparagi, privarli della parte legnosa e cuocerli al dente (o in padella, o al vapore o bolliti). Pelare la carota e tagliarla a julienne. Porre l’alga sulla stuoia di bambù per sushi (io, per praticità, preferisco coprire la stuoia con la pellicola) con il lato lucido verso il basso. Distribuire la quinoa sull’alga lasciando liberi 3-4 cm sul bordo, farcire al centro con le carote e gli asparagi. Inumidire il lato di alga scoperto e arrotolare aiutandosi con la stuoia in bambù e premendo bene. Tagliare il rotolo in otto parti con un coltello affilato, pulendo la lama ad ogni taglio. Spolverare con qualche seme di sesamo nero. Servire i maki con della salsa di soia insaporita a piacere con poco sambal oelek.
Quinoa vegan maki sushi
Ingredients (makes 8 pieces):
- 50 g of quinoa, rinsed and drained
- 1 tbsp of tahini
- 3-6 asparagus, cleaned
- 1 carrot, peeled
- 1 sheet of nori
- soy sauce
- sambal oelek
- black sesame seeds
Method:
Cook the quinoa accordint to packing instruction. Drain the quinoa, pour it into a bowl, add tahini, mix well and set aside. Steam or boil the asparagus al dente; cut the carrot lenghtway with a julienne peeler. Place the nori sheet (with the shiny side face down) on a bamboo sushi mat covered with plastic wrap. Spread the quinoa on the nori sheet, leaving about 3-4 cm of space on the top. Place carrots and asparagus in the middle, wet the free side of the nori sheet and roll, pressing down hard. With a sharp knife cut 8 pieces, cleaning the blade after each cut. Spread with some sesame seeds and serve with soy sauce mixed with some sambal oelek to taste.
Anch'io ho una sorta di blocco verso il pesce crudo. Mi affascina tantissimo la cultura, le origini ed i sapori che risiedono in ogni cucina, ed ho sempre voglia di provare. Ma col pesce crudo questo passo proprio non riesco a farlo.
Mi piace avvicinarmi alle cose un po' per volta, e chissà che prima o poi non arrivi il suo turno.
La tua preparazione mi ha portata fin qui, a gustare questo piatto bellissimo! Brava tu!
Ma che meraviglia… anche se io adoro il pesce crudo, ma raramente nel sushi preferisco una bella tartare mediterranea! A presto LA
Io penso che certe cose, per piacere, abbiano bisogno di più tempo e di più tentativi. E se con il pesce crudo il mio conto è ancora in sospeso, con il (finto) sushi ho fatto amicizia! Magari fosse così facile in tutti gli aspetti della vita 🙂
Melania, grazie per essere passata! 🙂
Ciao Laura e grazie! La tartare mediterranea ha a suo vantaggio il condimento saporito, forse è per questo che (almeno con me) ha qualche chance in più 😉
Ho fatto mesi fa un corso di sushi, ma a saperlo venivo da te ad imparare come fare i rotolini bene! Adoro il candore e la pulizia di questo set, hai ricreato davvero l'atmosfera ordinata ed essenziale del Giappone e di questo cibo che adoro, sempre di più! Io mangio anche il pesce crudo, ho vinto ogni timore e anzi, senza non saprei più stare! Sorrido perchè la quinoa ha camminato dai tuoi rolls al mio porridge, segno del filo che ci lega anche nei giorni in cui non ci sentiamo… ma siamo comunque connesse e vicine! 😉